domenica 18 maggio 2008

Il caso Petraeus (di Daniele Raineri)


Un ottimo libro da acquistare


Il generale che ha cacciato Al Qaida dall'Iraq

di Daniele Raineri

Nel novembre del 2007 il direttore del Foglio, Giuliano Ferrara, mi ha chiamato nel suo ufficio. “Vai a vedere che cosa succede in Iraq. Prenditi il tempo che serve, non sto parlando di giorni o settimane”. Alla fine sono stati due mesi. In Iraq è successo che il comandante dei soldati americani, il generale David H. Petraeus, in pochi mesi ha portato gli iracheni a combattere dalla propria parte, al fianco degli ex nemici, contro i terroristi (e i loro leader fanatici, che arrivano da fuori). Per capire come ha fatto la soluzione migliore era lavorare embed dentro i reparti militari. Vivere per otto settimane tra i soldati, partecipare alle loro missioni, girare i loro avamposti.

E’ imbarazzante quanto sia trasparente la questione Iraq vista da dentro. Gli americani, al contrario degli italiani, hanno scelto di consentire ai giornalisti l’accesso a tutto quello che succede sul campo. Hanno risposto sì alle richieste di intervista con i due più alti ufficiali in Iraq, il generale Petraeus e il suo vice (che ora ne prenderà il posto), Ray Odierno, hanno risposto sì alla richiesta di visitare il carcere di massima sicurezza, hanno accettato di aprire le porte dei loro briefing.

Rolla Scolari, corrispondente del Foglio da Gerusalemme, ha accettato di accompagnarmi per la prima parte del viaggio, quella in cui speravamo di fare la maggior parte delle interviste. La sua più grande preoccupazione era che l’arabo parlato dagli iracheni fosse diverso da quello a cui lei è abituata in Egitto, in Libano e nei Territori palestinesi. In realtà sul campo la sua conoscenza dell’arabo ha fatto la differenza. Sciiti, sunniti, soldati, generali, poliziotti, maestre elementari. Abbiamo parlato con tutti. E tutti hanno confermato che in Iraq il corso delle cose sta cambiando.

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